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Cenni storici: l’ipnosi non è certo una pratica giovane.

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Dall' antichità...

 

Di fatto possiamo dire che ha l’età dell’uomo e la troviamo, con diverse sfaccettature, in ogni civiltà. Sappiamo che l’utilizzo di canti, danze, rituali per raggiungere un particolare stato di coscienza, fanno parte del bagaglio storico di moltissime popolazioni antiche, dagli antichi abitanti della Cina già diciotto secoli prima di Cristo, agli Ebrei del Vecchio Testamento che attraverso rituali particolari inducevano uno stato di coscienza che permetteva tutta una serie di atti “medici” e terapeutici, passando per i Celti, l’Antico Egitto, l’India con tutto l’Oriente, ma anche nelle Americhe con  i rituali di autoipnosi degli stregoni “esquimesi”, i Pellerossa e le popolazioni del Sud-America, fino alle popolazioni Africane. L’obiettivo di questi rituali era soprattutto l’alleviamento del dolore o la cura di malattie, con l’idea diffusa di riuscire così ad invocare forze soprannaturali benefiche. Queste pratiche si inserivano quindi in un contento spirituale-religioso, in una visione mistica, che era però la prima forma di psicoterapia, di cura, ma anche di manipolazione religiosa per le masse.

Nell’antica Grecia prima e nell’antica Roma, il mito di Asclepio, diventato poi Esculapio veicolava l’idea di un sonno profondo, che permettesse l’accesso al sogno terapeutico del dio che permettesse l’accesso alla guarigione.

 

                                                                   

 

 

 

 

 

 

 

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Bisogna arrivare al 1776 per incontrare la prima teoria scientifica sull’argomento: Franz Anton Mesmer (1734-1815) postulò l’esistenza di un fluido magnetico impalpabile, proveniente dalle stelle, una specie di gas invisibile in cui tutti i corpi erano immersi, i cui squilibri nel corpo potevano causare delle malattie. Egli iniziò quindi ad utilizzare magneti e calamite per ristabilire l’equilibrio negli organi malati, anche facendo immergere corpi in tinozze d’acqua in cui erano inseriti i magneti stessi. Si accorse poi che otteneva gli stessi risultati senza calamite, che c’era un aspetto “umano” in quello che accadeva e privilegiò quindi  l’idea che quell’energia fosse un magnetismo animale, che sembrava trasferirsi su tutto ciò che toccava. Attraverso questo fluido di cui arrivò ad attribuirsi l’origine, riusciva a curare molti pazienti con effetti apparentemente “miracolosi”. Dopo aver dichiarato di aver guarito da cecità Maria Theresia Paradis, giovane pianista e compositrice, che ebbe apparentemente solo una momentanea remissione della sua cecità (isterica) passò alla ribalta e divenne quindi famoso, salvo poi essere pubblicamente smentito attirando l’ostracismo della scienza ufficiale: Mesmer non aveva capito la portata della sua scoperta, non fu capace di dare una spiegazione valida del fenomeno che aveva “scoperto” e fu emarginato dallo scetticismo che circondava quei fenomeni apparentemente magici.

 

 

 

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Un seguace di Mesmer, il Marchese di Puysegur (1751-1825), nel tentativo di dare una spiegazione al magnetismo animale e iniziò ad attribuire un certo ruolo ai "contesti", tanto da arrivare a "magnetizzare" un albero, sotto il quale avvenivano fenomeni terapeutici particolari. Nei suoi esperimenti fece una scoperta curiosa: il suo soggetto Victor Race in condizione di trance era lucido e sveglio e appariva più sensibile e intelligente che nel normale stato di veglia (sonnambulismo lucido), ma egli attribuì erroneamente tale ipersensibilità a chiaroveggenza (e non a quei fenomeni particolari di sensibilità ai cenni minimi e alle sfumature della comunicazione non verbale che si creano nel rapport, descritti molto tempo dopo da Milton Erickson).

L'abate Faria (1775-1856) fu il primo a liberare l'ipnosi dall'idea errata di un magnetismo e ad attribuire la trance all'immaginazione del paziente. Egli ipnotizava i suoi pazienti guardandoli fissi negli occhi e gridando all'improvviso "Dormi!": sebbene con metodi che richiamavano ad un'imposizione e ad un certo potere, fu molto vicino alla visione moderna dell'ipnosi sulla concentrazione di pensieri, sentimenti ed immaginazione come base dell'esperienza ipnotica. In quel periodo l'ipnostismo fu molto in voga in Francia e molte operazioni chirurgiche avvenivano con anestesia puramente ipnotica. 

Sulla stessa scia del mesmerismo però parallelamente, il dott. John Elliotson (1791-1868) cominciò a fare esperimenti sul "sonno magnetico", ottenendo incredibili risultati di anestesia, che vennero però ritenuti falsi e impediti dalla scienza ufficiale, che negò anche evidenze cliniche. Un chirurgo scozzese James Esdaile (1808-1859), cominciò allora a sperimentare la funzione del fluido animale a scopo anestetico in India, arrivando a compiere centinaia di interventi anche di una certa gravità arrivando d ottenere un abbassamento del tasso di mortalità dal 50% al 5%, in un'epoca in cui, prima della scoperta dell'etere la trance, la dissociazione erano l'unica alternativa ad un intervento senza anestetico. Tuttavia, ancora una volta la scienza ufficiale tentò di censurare e ridicolizzare tali evidenti risultati, questa volta con meno successo perché riuscì a provare la malafede del Medical College, facendo assistere agli interventi dei giornalisti, che dovettero osservare che i pazienti operati non sentivano dolore.

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Nello stesso periodo lo svizzero mesmerista La Fontaine, dopo essere stato perfino arrestato in Italia, perché accusato dalla Chiesa di imitare empiamente i miracoli del Cristo, una volta libero incontra in Inghilterra James Braid (1795-1860), che conia il termine di ipnosi, attribuendo alla stanchezza degli occhi che fissavano l'ipnotista il "sonno" in cui cadeva il soggetto. Nonostante questa fantasiosa ipotesi, frutto dell'osservazione di La Fontaine, che tuttavia abbandonò presto, Braid riuscì per primo ad attribuire un fondamento fisiologico alla trance. Si accorse infatti che i fenomeni osservati non avevano nessun rapporto con magici poteri dell'operatore, ma erano fenomeni soggettivi attribuibili a suggestione. Pubblicò nel 1843 "Neurypnology, or the Rationale of Nervous Sleep considered in relation with animal magnetism", nel quale descrisse il suo metodo e delle applicazioni dirette.

Su questa base il medico francese Ambroise-Auguste Liébeault (1823-1904) iniziò a sperimentare su migliaia di casi il metodo di Braid. L'incontro con Hyppolite Bernheim (1840-1919) (che prima lo accusò di essere un ciarlatano, salvo poi diventarne fervente seguace e collaboratore), suggellò l'inizio di quella che viene ricordata come la Scuola di Nancy: la suggestione divenne il centro della concettualizzazione dell'ipnosi, che fino a Freud fu considerata la principale forma di cura psicoterapica. 

 

 

 

 

                                                                                                                        

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In quel periodo Jean-Martin Charcot (1825-1923), neurologo, si contrappose  alle idee della Scuola di Nancy (nasce la Scuola di Parigi): come medico alla Salpêtrière, nel trattamento delle pazienti isteriche, identificò -erroneamente- diversi stadi di trance ipnotica, che assimilava direttamente alla nevrosi isterica dandone una connotazione puramente organica (tali stadi erano frutto di suggestione). Se Charcot, rischiò di segnare un passo indietro rievocando la fondatezza di un'influenza magnetica, Bernheim e la scuola di Nancy si avvicinarono molto all'idea moderna di ipnosi parlando di suggestione e come atta a provocare riflessi ideomotori ed ideodinamici.

Alla Salpêtrière si formarono da Charcot nomi noti come  Eugen Bleuler, Joseph Babinski, Pierre Janet e Sigmund Freud.

Di quel periodo, oggi sono rivalutati con grande interesse i lavori di Pierre Janet (1859-1957), che studia e fa osservazioni interessanti sulla "disagrégation", che oggi chiamiamo dissociazione. Gli studi più attuali sul trauma, trovano negli studi proprio di Janet radici importanti per la comprensione del fenomeno e del suo trattamento.

Tuttavia con Freud e l'avvento della psicoanalisi (ma anche di anestetici facilmente utilizzabili), l'ipnosi interessò sempre meno. 

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... all'epoca moderna

 

In Europa l'ipnosi continuava ad operare "silenziosa" oscurata dalla psicoanalisi, mostrando comunque la sua efficacia soprattutto nei traumatizzati di guerra In Italia, all'Università di Padova, Vittorio Benussi (1878-1929) si occupa tra i primi di ipnosi dal punto di vista sperimentale e si occupa dei rapporti tra ipnosi e psicanalisi.  Tra i suoi "allievi" Cesare Musatti (1897-1989), che per primo introdurrà la psicanalisi in Italia e che dopo la morte prematura del maestro, non si occuperà più di ipnosi. 

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Parallelamente in America l'Ipnosi aveva preso piede ed era studiata sperimentalmente (è Clark Hull che il suo "Ipnosi e suggestionabilità" pubblicato nel 1933 inaugura la storia sperimentale dell'ipnosi). Ed è proprio negli Stati Uniti che lo psichiatra Milton Erickson (1901-1980), considerato il padre dell'Ipnosi moderna, la Nuova Ipnosi, diffonde un'idea di ipnosi nuova. Erickson introduce l'idea di naturalismo, ovvero della trance ipnotica come fenomeno normale, quotidiano, che avviene spontaneamente in ogni persona: si tratta della "comune trance quotidiana", quella normale discontinuità della coscienza che apre la strada ad una comunicazione particolare che permette l'accesso al repertorio di risorse che la persona possiede. Erickson fonda sull'utilizzazione e sul tayloring l'intervento ipnotico: si tratta dell'utilizzo delle peculiarità e delle caratteristiche individuali della persona, che viene così accompagnata, sulla base di un rapporto particolare di fiducia e di relazione sicura (il rapport), ad un accesso profondo alle proprie risorse.

L'ipnosi è intesa quindi come una possibilità di "dissociazione" (funzionale, transitoria, reversibile), che permette una riassociazione, una risintesi più funzionale di elementi, in una sorta di riattualizzazione degli apprendimenti. L'ipnosi in questa concezione non autoritaria permette alla persona di orientare in una maniera particolare l'attenzione al suo interno favorendo così l'accesso a risorse interiori utili per il raggiungimento degli obiettivi che la persona si propone.

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Oggi l'International Society of Hypnosis accoglie al suo interno membri di 35 paesi in tutti il mondo, garantendo il rigore e la serietà della scienza evidence-based.

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(per approfondimenti si rimanda alla Bibliografia)

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